20091219

Emanuele, anche qui - sul Lario

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Pro Loco di Colonno -(CO), esposizione del presepe (vedi altre immagini, collegandoti al sito)


Ardeva l'infinito
in miliardi di stelle,
guardava ad una grotta
nei pressi di Betlemme.
Attendeva la notte,
sulla scia d'una cometa,
evanescente e bianca
tra la gola dei monti,
il canto d' un vagito.
Di caligine luminosissima
fioriva l' universo.

Esultava una madre,
dal travaglio provata,
stringendo a sé l'Eterno,
e in Esso rallegrava
perché le sue fattezze
trovava a sé sembianti:
"Questo bambino è Dio,
eppure mi somiglia,
miei i suoi occhi,
persino la boccuccia
e l'esile manina
ed il piedino è mio,
eppure è Iddio!"
E indissolubile,
in amorosi sensi,
un vincolo tesseva.
Giammai ebbe donna,
in sì mirabil modo,
tutto per sé il suo Dio.

Ardeva l' infinito
in miliardi di stelle,
di esse la più bella,
sin dal lontano Oriente,
in groppa al suo cammello,
avvolto nel mantello,
d' un re segnò la via:
cercava Agarthha,
portava ad una grotta
nei pressi di Betlemme,
ov' era dei re il Re.

Errava un pastore,
col suo greve gregge:
cercava l' Essenziale.
Eccolo,è in fasce,
tra un bue e l'asinello,
e sull' usato viso,
dal logorio provato,
si condensò l'immenso.

Ardeva l' infinito
in miliardi di stelle...

da Anna Cervone - (Marigliano - NA)

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