20091230

Lario

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Lario
ti respiro a fondo questa sera
capodanno in festa e fuochi in acqua
mentre il tuo silenzio è già POESIA.


da Cristiano Cavallin - (Lecco)

Link al sito personale

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20091228

2010

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365 giorni
ho legato ad una pietra
e l’ho buttata nel lago
custode dei miei ricordi.

Il brusio delle onde
mi ha regalato
la sua prima poesia.

A volo radente
un airone vestito d’azzurro
lascia cadere dal suo becco
un’alborella di luce
grida l’augurio
per un anno di gioia e d’amore
e s’alza sempre più in alto. Scompare.

Il sole si stiracchia
sul paese ancora addormentato.

da Giovanni De Simone - (Traona -SO)

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Lo scrittore

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Lo scrittore ha fissato
nelle pagine del libro
che chiamiamo Tempo,
i giorni di un anno ormai finito
e a Capodanno si riappresta
a proseguire il suo romanzo.

Si stringe infreddolito nel cappotto
e osserva il Lago, che vive
la sua quiete senza affanno.

Non riesce nell’intento
di catturare l’emozione,
la penna resta sospesa
come bruma mattutina
che fatica a dissiparsi
e un senso di pace lo pervade.


da Roberta Biaggi - (Legnano - MI)

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L'ultimo tramonto

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S’indora di sereno sole stasera
l’orizzonte: in rossori abbagliati
sfuma al promontorio, si distende.

Il tempo andato svapora e si dissolve
- capodanno appare languido, tra l’onde -

(Idonea chiusura di proscenio, con inchino)


Luciana Bianchi Cavalleri


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20091227

Il pettirosso



I.

31 dicembre

L'ultimo giorno dell'anno c'è ghiaccio,
il tempo sembra volersi fermare
incrostandosi a quelle pietre fredde.

Il pettirosso saltella tra l'erba
con il suo giustacuore colorato
Resta nell'aria quel suo lieve volo
come un augurio pieno di speranza
per l'anno nuovo che sta per venire.


II.

1° gennaio

Il primo giorno dell'anno si annuncia
con un'alba dorata alla finestra
come uno squillo argentino di tromba.

Disegna tacche sulle tende quasi
a indicare il suo tempo ancora bianco,
le trecentosessantacinque pagine
da riempire come un album o un diario.

Il pettirosso saltella tra l'erba.


da Daniele Riva - (Lecco)

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20091223

Angiul del Signuur

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Erba (CO) - Sant'Eufemia, sotto la neve



Angiul del Signuur
Guardian e prutetuur
Dam lùùs in del mè scùùr

Ai debulezz pruveed
Sustegnum ‘n di pagùùr
Rinforzum nel mè créed
Che t’ha mandàa del Ciel
La Santa Cumpassion

Angiul del Signuur
Indrizzum so la via
Per ritruvà l’Amuur
La Feed, e così Sia.

(Rosanna Pirovano)


Ed ecco la versione in lingua italiana:

Angelo del Signore
Guardiano e protettore
Dai luce al mio buio

Provvedi alle debolezze
Sostienimi nei momenti di paura
Rafforzami nel mio credere
Che ti ha mandato dal Cielo
La Santa Compassione.

Angelo del Signore
Indirizzami sulla via
Per ritrovare l'Amore
la Fede e così sia.



da Rosanna Pirovano - (Erba -CO)

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Ogni Natale

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Luci sui balconi
rinnovano la malinconia
del Natale che si affaccia
...con ricordi felici
- per la festa più attesa dell'anno -
chi ritorna bambino,
ma dalla lacrima dolce
che ha lasciato alle spalle il cammino.

da Daniela Benaglia - (Paré - CO)

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20091219

Emanuele, anche qui - sul Lario

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Pro Loco di Colonno -(CO), esposizione del presepe (vedi altre immagini, collegandoti al sito)


Ardeva l'infinito
in miliardi di stelle,
guardava ad una grotta
nei pressi di Betlemme.
Attendeva la notte,
sulla scia d'una cometa,
evanescente e bianca
tra la gola dei monti,
il canto d' un vagito.
Di caligine luminosissima
fioriva l' universo.

Esultava una madre,
dal travaglio provata,
stringendo a sé l'Eterno,
e in Esso rallegrava
perché le sue fattezze
trovava a sé sembianti:
"Questo bambino è Dio,
eppure mi somiglia,
miei i suoi occhi,
persino la boccuccia
e l'esile manina
ed il piedino è mio,
eppure è Iddio!"
E indissolubile,
in amorosi sensi,
un vincolo tesseva.
Giammai ebbe donna,
in sì mirabil modo,
tutto per sé il suo Dio.

Ardeva l' infinito
in miliardi di stelle,
di esse la più bella,
sin dal lontano Oriente,
in groppa al suo cammello,
avvolto nel mantello,
d' un re segnò la via:
cercava Agarthha,
portava ad una grotta
nei pressi di Betlemme,
ov' era dei re il Re.

Errava un pastore,
col suo greve gregge:
cercava l' Essenziale.
Eccolo,è in fasce,
tra un bue e l'asinello,
e sull' usato viso,
dal logorio provato,
si condensò l'immenso.

Ardeva l' infinito
in miliardi di stelle...

da Anna Cervone - (Marigliano - NA)

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20091218

"Un Natale felice" - anche a Como e sul Lario

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Como, Via Fiammenghino - stelle natalizie


Quando Nelle notti buie
dove neppure la luna
attraversa il cielo
e il cuore degli uomini
in tutto il mondo
si accende una Stella
e illumina
una terra di zolle fiorite
bianche, gialle, nere,
dove intensa esplode
l'eternità

Io lo so
ESISTE un felice Natale
e si rinnova ogni giorno.


da Sandrino Aquilani - (Cura di Vetralla - VT)

link al sito personale dell'Autore:
Sandrino Aquilani

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La stella cometa

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Como, Piazza Duomo. Presepe vivente 2004. Figuranti e componenti del coro. (Quest'anno, la rappresentazione si svolgerà domenica 20 dicembre. Per ulteriori informazioni visitare il sito web degli organizzatori.)



Tenue il bagliore
buca le spesse tende accampate.

Veloce come un lampo
s’infila nelle ciminiere delle fabbriche abbandonate.

Volteggia scintillante sopra i tetti
spia dalle finestre, bussa alle porte lievi tocchi.

Balzano i bambini dai letti,
in pigiama, ancora sognanti, stropicciano gli occhi.

Le strade si popolano
accorrono folle di operai disoccupati
famiglie intere diseredate.

A migliaia giungono
i terremotati, gli abbandonati, gli emarginati.

Con sguardo ansioso
cercano la stella, seguono le luminose strisce
affrettano il passo.

Muta una preghiera sussurrano
questa notte la speranza alleggerisce i cuori.

Piano, le voci, si uniscono in cori.


da Danila Zaninelli - (Proserpio - CO)

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Como cosa mi dici ora ch'è ormai Natale

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immagine tratta dal sito web
"Como Città dei Balocchi 2009 - XVI edizione"



Como cosa mi dici
Ora ch'è ormai Natale
Brilli Ricca di luci

Il lago imprigionato
Da un muro di cemento
Cresce in codesto cuore
La rabbia e lo scontento

Auto sui marciapiedi
Disordine e sporcizia
E questa ormai la nostra
Atmosfera natalizia.

Donne con la pelliccia
E poveri barboni,
Como Natale bel che
Siamo tutti piu buoni.

In giro per la strada
Ci son gli zampognari
Povere melodie fra mille
Cellulari che fanno risuonare
Le suonerie loro.

Chissa se il buon Gesù
Scender giu dovesse
In questa bella Como
Il giorno di Natale
Magari dentro al Duomo

Forse Lui ci direbbe
Che oltre ai soldi e al lusso
Ancora esiste l'uomo.

da Enrico Bonfanti - (San Fermo della Battaglia - CO)

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20091215

Evergreen Christmas: il "nostro" albero di Natale

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Di luci e decori vestito,
sul far della sera là in sala,
s’illumina ancora una volta
il ‘nostro’ abete familiare.

Appeso ai rami, ciascun anno brilla e riluce
- ogni Natale, è 'ritrovato' ed esposto -
E ripensiamo allora a tutti quei trascorsi incanti:
ai riflessi ed ai tepori, di giorni ormai lontani.

Una boccia, un angioletto o un fiocco:
ed ogni anno, una diversa aggiunta si racconta
per far rivivere nella consueta magìa, come in un sogno,
accanto al Natale d'oggi, le immagini ancor vive nei ricordi.

E' il burattino dell'infanzia con il soldatino,
il fiocco di quel tal pacchetto, il puffo
accanto all'orso bianco e alle decorazioni
in pannolenci, in legno o lana, in ferro...

Ogni colore è una miriade d’affetti:
accanto al presepe e vicini alla Capanna
rinascono così tanti Natali, ai nostri cuori.



Luciana Bianchi Cavalleri


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20091213

I blog di comoinpoesia ospiti a "Zerotreuno" di Espansione TV

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mercoledì 9 dicembre
alle ore 20.45 (ed in replica, sabato 12 dicembre stessa ora),


comoinpoesia - larioinpoesia
ed il nuovo BLOG "Il Natale di Como e del Lario in poesia"
sono stati ospiti della rubrica televisiva serale "ZEROTREUNO" di ESPANSIONE TV, condotta da Dolores Longhi.

Ringraziamo per il gentile invito
Claudia Fasola
e la Redazione di Espansione TV
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20091212

...INVIATE LA VOSTRA POESIA!



Inviateci per la pubblicazione immediata in rete
la VOSTRA POESIA NATALIZIA,
scritta o ambientata sul territorio lariano

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Il gusto vero del vivere

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fotografia: Franco Alessandro Cavalleri


Da “quel ramo del lago di Como,
che volge a mezzogiorno,
tra due catene non interrotte di monti”,

le boschive colline sempreverdi
ingannano il mio cuore, che invano
ricerca l’eterna Primavera.
Verso valle invece, le foglie morte
degli alberi decidui, come coriandoli
sono ritornate alla terra
e l’aria è odorosa di humus.

La sera giunge presto,
il solstizio d’inverno è ladro di luce;
riecheggiano nel vento di tramontana
le dolci melodie dei suonatori di zampogna,
mentre mi attardo, vicino alla riva,
a parlare con Dio.

Vorrei solo un paio d’ali questo Natale
- altro non chiedo -
per volare libera come gabbiano di lago,
cogliere dall’alto le sfumature più lievi

assaporando, dal calice della Vita,
il gusto vero del vivere.


da Roberta Biaggi - (Legnano - MI)

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20091208

Arriva Natale

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Como, Via Garibaldi - auguri natalizi nella vetrina di una cartoleria


Novembre volge alla fine
e nell’aria pungente
già profuma il Natale.
il paese si veste di bianco rosso verde giallo
e s’accende di barbagli artificiali
la piazza ferve per il presepe
(sempre lo stesso)
nelle strade
freddi riflessi di vetrine addobbate
voci immagini suoni e canti
(dove sono le zampogne)
s’odono dalle case
e...
si prepara la tasca.
pronti via
si corre per la pancia e i desideri
e per il cuore?
il fumo di una promessa
-bruciata nell’indifferenza-
quella di ogni anno: più bontà e più carità.
l’anima allora pigola tra speranze e ricordi
e si tuffa nell’acqua cheta del lago
dove cerchi di luce
alzano al cielo
la loro preghiera d’amore.
l’eco sepolta si desta
e gioia antica muove il cuore
dai pini
arriva sincero il Natale.

da Giovanni De Simone - (Traona -SO)

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Nascita (Varenna)

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Improvvisamente
sbuca una barca
dalla foschia,
come una nascita.
Il pescatore
spinge sui remi
e butta
avanti i pensieri.
Figlia del Natale
questa mattina d'ombra.
In attesa
di tutte le barche del mondo.

da Aldo Sangalli - (Brugherio - MB)

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20091207

E' passato qui

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E' passato qui
Avvolto in un candore
Orme nude sulla prima neve del Legnone

Dentro ogni anima, per il tempo di un sorriso
Attimo di assoluta infinità
Luce radente di un ametista

Quell'uomo stanco è passato qui
Per raccogliere sospiri come ranuncoli nel prato
Fardelli da piegare spalle di un mugnaio

Lo capisco da quello che mi ha donato:
Pace, tranquillità e nulla piu'

.
Forse è quella scia d'onda che punta la Comacina
Forse è l'urlo della Breva
Forse è dentro la Poiana che domina lassù

Ho visto oceani dentro i suoi occhi
Cervi correre con felicità
Sorrisi rispondere a sorrisi

Non vorrei scambiar mai niente con quello ho
Non è brenta di materia, ne rigurgito ambizioso
Semplicemente niente da mostrare,semplicemente l'immensità

Mi sento nudo davanti a ciò
Tutti dovremmo
Vestiti solo di quello che si è e non di quello che è

Quell'uomo di Nazareth è passato qui
Continuerà a farlo, anche se invocato solo e spesso dalla necessità
Succederà, ancora succederà

Lo capisco da quello che mi ha donato:
Pace, tranquillità e nulla piu'


da Tom Corengia (Core) - (Como)

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20091202

Neve

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fotografia: Nicola Guarisco - mondolariano
(Como - passeggiata di Villa Olmo)




Sbuffo al candore che mi avvolge,
rincorrendo i riflessi nel dispetto di un cielo stralunato:
è la forza del germoglio più nascosto
sotto la coltre, nel miscuglio di voci
o nell'incredibile follia delle allucinazioni.
Abbaglia, bianca nelle sue ascese contro il tempo,
attraverso un confine che traspare
tra i fiocchi vertiginosi e lenti,
tra le moine aguzzate dal mistero di un silenzio
che si ripete, attutito e stanco,
sino alla parola ghiacciata,
che insinua la riva tra brevi golfi e rapide
insenature, tra le rocce ed il verde.
Non c'è misura nella tenera armonia
che scrive solitaria.
Quasi dolcissima amante del nulla
intesse mille volte il disegno distratto
della mia incertezza.
Tra i rintocchi delle apparizioni
ecco le meraviglie di una stella cometa
racchiudere speranza ed illusioni
per un tempo fuori dagli abissi.

da Antonio Spagnuolo - (Napoli)
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n.d.r. : la poesia "Neve" era già stata precedentemente pubblicata in rete su "larioinpoesia"
in data 9 dicembre 2008
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20091201



1 DICEMBRE 2009

Inauguriamo oggi il nuovo blog natalizio lariano,
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ringraziando gli Amici Autori che hanno partecipato all'iniziativa
ed invitando i nostri lettori a contribuire personalmente
inviando anch'essi i loro versi ambientati o scritti sul Lario.
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Il ciondolo

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Como - luci natalizie in Via Odescalchi


Un sole malato di inverno
brilla sulle increspature del lago;
la leggera brezza dissolve la bruma.
Il Lario sembra in attesa
di vestirsi a festa. Il lieve sciabordio
ricorda il sussurro di un rosario.

Là in fondo, le vetrine
accecano i passanti con luci intermittenti
e l’albero in piazza è già pronto
ad accogliere il Natale e il Vin Brulè.

Io non ci sarò, Lario caro…
Sarò nella mia città, la Notte Santa
con le strade d’asfalto, il chiasso,
i tram, la frenesia e i finti colori.

Negli occhi l’immagine delle tue cime innevate,
che in te si rispecchiano vanitose
e nella tasca un piccolo dono:
un ciondolo di lapislazzulo con i tuoi colori, da scartare
sotto il mio caro vecchio finto abete,
simbolo pagano del rinnovarsi della vita.

da Roberta Biaggi - (Legnano - MI)
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20091130

Natale

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fotografia: Nicola Guarisco - mondolariano
(Cattedrale di Como - rosone di facciata, illuminato)




Qualsiasi cosa accada riascoltiamo
il suono , il tocco, il divagare
delle armonie che il mistero innalza
nel racconto,
o la riprova nel cuore della terra
per cogliere il fiore dal Tuo palmo,
e ripetere ai giorni che dileguano
lo scherzo furtivo delle ore.
E’ il lago che sussurra
fra le nebbie e ed i fiori
ritmi del solitario frugare.
I singulti, tra la memoria e le immagini,
ripetono la gioia del Natale,
per lo stupore che chiude ogni preghiera.
Quasi nudo alla luce stacchi la poesia
di una realtà avvolta alla tua pelle,
per saziare di favole il rosso ardore
dell’altare.
Ora il Tuo cenno esplode fra la neve
ed io traghetto monologhi e illusioni.
.
da Antonio Spagnuolo - (Napoli)
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20091117

Natale, nei giardini lariani

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fotografia: Nicola Guarisco - mondolariano
(Como - abeti addobbati in piazza Duomo)




Giardini
dove son cresciute
luminarie, soffocanti alberi.
Basta un ramo,
di palma un tronco,
per farsi portatore di lampadine.
Presepi
addobbati, con una culla vuota,
nell’attesa
di un bimbo rosa
o di un Dio annoso.
E senti quella cupa assenza,
di un vuoto da colmare
con un Dio silente.
Se ogni giorno
fossero ore di lavoro
per far crescere
quel Cristo in noi;
il Natale sarebbe
sì, la festa di un Dio uomo.
E noi
uomini fra uomini.

da Miriam Ballerini - (Appiano Gentile - CO)
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20091110

Natività sul Lario

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fotografia Felice de Paoli - (passeggiata a lago di Villa Olmo)


Quei graffi verde ghiaccio
tra siepi di nubi violette,
da sembrar spose delle stelle...
Lario in smoking blu scuro
specchio vago,
d'imprendibile Cometa
che improvvisa plana
poggiandosi sulle mansuete onde,
messaggere di quattro lucci
portatori sul dorso
di Presepio fatto d'acqua
mentre vagiti bagnati
illuminano di vento
quel silente
liquore di cristallo.
Altri cuori s'accendono,
ardendo come parure di galassie
riflettendosi nel lago.
Nuovi semi di miglior pianeta,
elisir d'amore.

da Manlio Visintini - (Trieste)
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20091024

Il Natale del cuore

fotografia di Rosa Maria Corti:
neve, al Campanile di Ossuccio (CO)



Illusioni in vetrina
si offrono alla vista
nella strada che pare
passerella vestita
per un gran défilé.
………………..

La neve che copriva
ciottoli in salita,
il freddo delle dita,
l’acerbo fumo del camino
e le serate senza la tivù.
…………………..

Mezzanotte: corre la voce
d’un campanile sull’acqua
sotto un presepe di stelle,
come in un flashback
il Natale del cuore.
.
da Rosa Maria Corti - (Lenno - CO)
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20091021

Ricordo il Natale

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fotografia Felice de Paoli -
(chiesa parrocchiale di Capiago (CO) - Presepe 2007 - Lombardia, XX° secolo)



Scivola la mente
sul corrimano del tempo
e il Natale si veste
di bambina.
La Novena della sera
riempiva d’atmosfera;
la recita della scuola
il presepe e l’albero,
il calore della famiglia
erano il segni della festa.
Riavvolgo il nastro
e rivivo il Natale
quel mondo d’amore
quel sole in ogni cuore
che vorrei per ogni bambino.
.
da Paola Mara De Maestri - (Cosio Valtellino -SO)

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20091019

Il "Presepe vivente"

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Argegno innevata


Con rami di pino ed alloro
si rinverdisce l’usanza mai dimenticata
d’abbellire ogni portale ed arcata,
di ricreare “quadri” (*) negli ombrosi cortili.
I re magi, l’annunciazione,
i pastorelli, la samaritana al pozzo,
Sant’Anna e l’orto degli ulivi,
son tutte tappe d’antica devozione,
ancora non s’è persa l’avita tradizione
di portare il “Santo Piscen” in pia processione.
Più tardi le zampogne e la piva,
la buseca mata e l’oli d’uliva,
anche la neve non guasta,
riporta un po’ di poesia a chi ricorda
i tempi andati con grande nostalgia.

da Rosa Maria Corti - (Lenno - CO)
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(*) Nota:
Il primo gennaio di ogni anno viene riproposta ad Argegno l’antica tradizione del “Presepe vivente”.
Nelle vie del borgo antico vengono allestiti una serie di “Quadri” o “Cappelle” che vedono impegnati parecchi figuranti a mantenere viva una delle più antiche tradizioni religiose della Lombardia.
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20091016

Sarà veramente Natale

fotografia: presepe domestico



Tra le muschiate fragranze del Presepe,
riportami nel cuore, o Bimbo Santo,
la magìa delle memorie d’un tempo, mai perdute.

Mille fiocchi d’una neve amica
ricopriranno di candore nuovo ogni rimpianto:
rivivranno, in fremiti lontani, le orme e le carezze dell’infanzia.

Con meraviglia e con stupore,
risentirò persone amate narrarmi di Natali antichi,
per ritrovarne ancora intatti l’incanto dolce e lieve, di serenità.

Ciascuna boccia, ciascun Angelo,
dall’albero brillando più vivace, recherà sognante gioia
nella lunga notte di Vigilia e nell’intimità di casa.

Nell’atmosfera intensa del Presepe vivente,
nell’incensato profumo della Messa Santa,
ritroverò ancor più vivo il senso dell’attesa;

nell’emozione degli abbracci amati
e nel valore del vero sorriso del cuore,
ritroverò appieno tutto il senso dell’Amore;

nell’intimità più profonda e vera dell’essere,
nelle vibrazioni d’ un abbraccio divenuto universale,
sarà allora, anche per me, veramente Natale.


Luciana Bianchi Cavalleri - (Como)

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Città dei balocchi

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fotografia di Luciana Schnyder - COMO - giostra 'Città dei Balocchi '


Misuriamo a piccoli passi
i ciottoli delle vie del centro.
Colorati di suoni e di luci
giocano gli sguardi
tra gli occhioni
dei cavalli delle giostre.

Le barche adagiate sul lago
offrono all’interno favole
per ascoltare la magia
del loro divenire realta’.
Incatenate alle lucine
della Ruota gigante

Si incanta il sorriso
di fronte a un Babbo Natale
incappucciato di rosso
che ti offre caramelle.

La cornamusa suona litanie
che aprono la porta dello stupore
davanti al Bambinello sulla paglia
del presepio vivente.

Tra i marmi bianchi del Duomo
tante piccole bussole
indicano le strade
che fluttuano verso i sogni.

Il cestino della citta’
tra il lago e i monti
si tinge di rosso
tra le voci
che contano le ore
che le separano dal Nuovo Anno.

da Luciana Schnyder - (Como)
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20091013

Non ti ritroverò nel mio Natale

. Carla Colombo - "Soffice neve" - olio su tavola, cm. 18x24 (anno 2002)


In un Natale qualsiasi vorrei ritrovarti madre mia,
per sussurrarti parole che non hai udito,
per accogliere le tue mani ancora ferme,
per ammirare i tuoi occhi non ancor stanchi.

In un Natale qualsiasi vorrei ritrovarti madre mia,
per quella favola mai vissuta,
per quel arcobaleno sempre stinto,
per quel sogno infranto e mai realizzato.
In un Natale qualsiasi vorrei ritrovarti madre mia,
soave musica melanconica della mia vita,
leggera capinera di uno stanco mattino
colore flebile della mia ultima amara tela.

In un Natale qualsiasi vorrei ritrovarti madre mia,
brezza mattutina di una flebile corolla
acqua vitale di un albero ormai spoglio
carezza antica di una guancia desiderosa.

In un Natale qualsiasi vorrei ritrovarti madre mia!

In questo Natale non ti ritroverò madre mia,
per raccontarti parole nuove che mai ti avevo detto,
per ridarti nelle mani il calore del mio cuore,
per illuminare i tuoi occhi di un mio nuovo colore.
Nei miei Natali non ti ritroverò mai più madre mia!

da Carla Colombo - (Imbersago - LC)
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Quasi Natale, piazza Cermenati

LECCO - interno Nostra Signora della Vittoria - Natività


"Ma nessuno dimentica che è un giorno
di pace perché si fece la vita."
VINICIUS DE MORAES


Nel cielo rosa della prima sera
si accendono e si allargano le stelle.
Uscendo da Via Roma ho salutato
Babbo Natale e tutte le sue renne.

Le comete risplendono nel vuoto
in questa notte fredda di dicembre:
spero ci guidino verso la culla,
non al vano consumismo di sempre.

Nello sguardo conservo le candele,
la luce tenue di San Nicolò,
la serenità del raccoglimento.

È quello il vero senso del Natale,
non i pacchetti pieni di nastrini
che ci ingombrano le braccia andando
nell'aria di vetro del lungolago.


da Daniele Riva - (Lecco)
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Verso Natale

Basilica s. Nicolò - (chiesa Cattedrale di LECCO)

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Si accendono gli alberi di Natale
nella sera che porta le campane
di una chiesa lontana nell'aria
odorosa di neve e di gelate.

Negli occhi ho le corsie di ipermercati
ricolme di giocattoli e dolciumi,
cataste di bottiglie e panettoni,
montagne di pelouches e videogiochi.
.
Ma adesso nel freddo mi godo il cielo
del tramonto, l'arancio che svanisce,
il buio che avvolge il lago, le stelle
che brillano sul capo dei pastori.

da Daniele Riva - (Lecco)

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Un Natale, quel Natale

Carla Colombo "Avvolgimi nel tepore della neve" - olio su tela - cm.40x50 - (anno 2003)


Occhi stellari
di luce osannante.

Suoni scanditi
di rimembranze antiche.

Vetrine sfavillanti
di luci artefatte.
Dolci profumati
di sapori casalinghi.
Assoluta,
esagerata lode
di un Natale
ormai perso,
introvabile,
come introvabile
quella tua carezza
di un Natale,
quel Natale
che non sarà,
che non potrà
più essere mio.

da Carla Colombo - (Imbersago - LC)
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20091009

Natale è Natale

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fotografia di Nicola Guarisco - www.mondolariano.it


il tempo si è fermato
negli occhi di un bimbo
che stringe nelle mani
stelle di carta argentata
e continua un discorso
iniziato da tempo…

parole afone
che spaccano le rocce
e fanno spuntare fiori
sulla sabbia del lago
ove la luna si specchia
nella sua acqua celeste

luce che taglia
con mille sciabolate
il manto della notte
e accende lampi turchini
acqua per fuoco nascosto
in cuori di ghisa
un perenne richiamo
che dura un istante e..
l’uomo continua la sua farsa
intorno al presepe vivente
alzando la coppa della finzione
alla gloria del Signore

buon natale buon natale buon natale…
Buon Natale
Natale è Natale
ma
tu dove sei?
manchi come la neve
è freddo
sulla panchina del lungolago
scarto i miei regali
avvolti nella tristezza dei ricordi.

da Giovanni De Simone - (Traona -SO)
.

20091007

Natale a Campo

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fotografia inviata da Antonia Migliaresi


La neve imbianca i tigli
dai rami ormai spogli
e rende fiabesca la riva di Campo.

Paesaggio da "mille e una notte"!

Il freddo mantello ricopre
cespugli di verde perenne,
riveste le strade ed i tetti.

Si adagia su barche ormeggiate
ricordi di calde giornate
e lunghe escursioni sul Lario.

Quel gelo non penetra il cuore
ma unisce davanti a un camino.
La festa riaccende gli affetti
dissipa rancori passati
riscalda anche animi freddi.

Riaffiorano sogni infantili
presepi di umile creta
abeti innevati d'ovatta.

Rimpiango i Natali passati
freddi e con miseri doni
ma pieni d'Amore
e ricchi di pace interiore...

da Antonia Migliaresi - (Napoli)
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n.d.r. : la poesia "Natale a Campo" era stata già precedentemente pubblicata in rete su "larioinpoesia"
in data 13 dicembre 2008

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20091005

Un Natal al lagh - (Un Natale al lago)

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gennaio 2006 - lungolago di Como


Nanca ona stèlla stanòtt
riflessa sul lagh incantaa;
in di strad la gent quattada su,
la va incontra al frègg,

la cammina vers la gesètta
con sorris e scarp noeuv
e la lassa pedan sul mantèll bianch
ch’el quatta el paes.

El vosà di campan a fèsta
par ch’el rebatta indree su l’acqua
per digh a tucc ch’è nassuu
el Re di re.

Ma da ona barca revoltada
venn foeura on òmm malandaa,
cont ona faccia che l’ha mai cognossuu
legrìa e amor.

Barba longa, scarp ròtt,
el va incontra a quella gent,
el slonga timid ona man
per cercà on quaj danee.

Da quei pellizz che pensen domà a lor
ven foeura, però, né carità né amor,
e col magon l’òmm el tòrna a la barca,
tècc per la nòtt.

Decidi inscì de portal a ca’,
ghe doo amor, vestii e de mangià,
come hann faa i pastor de Betlemm
ormai dòmila ann fà.

Soddisfaa, col sorris, el me saluda,
per tornà a la soa barca
indoe, stanòtt,
s’è fermaa la Comètta.

da Renato Baroni - Bovisio Masciago (MB)


versione in lingua italiana:

Un Natale al lago

Nessuna stella questa notte
riflessa sul magico lago;
nelle strade la gente intabarrata,
affrontando il gelo,

muove verso la chiesetta
con sorrisi e scarpe nuove
lasciando orme sul soffice manto
che copre il paese.

Il vociare delle campane a festa
sembra rimbalzi sull’acqua
per annunciare a tutti la nascita
del Re dei re.

Ma da una barca rovesciata
esce un uomo malandato,
con un viso che non ha mai conosciuto
gioia e amore.

Barba incolta, scarpe rotte,
va incontro a quella gente
ed allungando timido una mano
chiede qualche soldo.

Da quelle calde e ipocrite pellicce
non escono, però, né carità né amore,
e sconsolato l’uomo torna alla barca,
tetto per la notte.

Decido così di portarlo a casa,
gli offro amore, vestiti e cibo,
come fecero i pastori di Betlemme
ormai due millenni fa.

Soddisfatto, col sorriso, mi saluta,
per far ritorno alla sua barca
sulla quale, questa notte,
si è fermata la Cometa.

da Renato Baroni - Bovisio Masciago (MB)
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20091002

Una magìa di Natale

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Dall'antica chiesetta
del Sasso di Preguda
discende una brezza
d'angeli sospinta
e plasma all'istante
la nebbia opalina
che il Lario accarezza
in magico presepe,
placide le onde ninnano
del bambinel la cuna
tra serti d'agrifoglio
posti costì dal vento
per onorar l'evento,
s'inchinan riverenti
lungo le sponde invece
dei salici piangenti,
di fervide preghiere
lieve è il sussurro
del fiume che scorre
verso foci lontane,
or la vision svanisce
torna l'azzurro
e festoso al cielo sale
il suon delle campane:
è l'alba di Natale.

da Piero Pizzi - (Lecco)
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Notte di Natale

. neve sul lungolago di Como


È una notte fredda,
quieta, silente
di un nuovo Natale,
che lento ha steso,
lievissimo e frale,
un velo di neve
sui rami e sui tetti
e tutti, tutti,
anche nelle contrade
più tristi, infide,
più dolenti, angosciate,
più miserabili
malfamate e guaste
della Terra
pensano al Cristo
che oggi è rinato.
Per una notte
per un giorno
si illudono
che tutto domani
sarà differente
luminoso, pulito
bello, garbato
sereno, pacato,
si sono illusi
che il destino
di ognuno di loro
riserverà momenti
d’una pace nuova
d’amore fin nei recessi
più oscuri e derelitti
di questo Mondo.
Ben venga, ben venga,
anche solo per stanotte,
il Cristo Signore,
ben venga a portare sollievo
almeno nella notte santa
perché domani, alla luce del giorno,
questo nostro pianeta
per sua innata nature
sarà di nuovo
ammorbato, avvelenato
da torpidi ignavi
da ladrocinii continui
da violentatori perversi
da ipocriti sorrisi
da brutali violenze.
da guerre insanabili.
Ma, almeno stanotte,
ben venga tra noi
il Cristo Signore
con la sua pace,
che tutto pervade,
portando il sereno
su questa mia terra,
sul lago che dorme
come in una culla
tra i monti nell’ombra.

da Emilio Montorfano - (Milano)
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20090929

Davanti al Presepe di Lenno

. fotografia di Rosa Maria Corti - scattata nel battistero mediovale di Lenno (CO), in occasione dell'annuale mostra del presepe.


Incontrarsi, incantarsi
davanti ad una culla
sotto ghirlande di stelle.

Si riaccende la speranza
in questa magica notte,
brilla il lago di nuova luce.

Si tessono cammini di pace,
fra bagliori di ghiaccio fiorisce
una rosa color dell’aurora.

Ora so:
domani avrò ancora cuore
per cantare gioiosa l’amore.

da Rosa Maria Corti - (Lenno - CO)
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La settima ora

. Neve in piazza Duomo - 2008


Quest’estate guardavo
i fiori sui declivi,
giocavo coi soffioni
e allora i miei pensieri
erano come insetti,
che, corolla in corolla,
cercavano il nettare
dei ricordi più cari.
Stanotte quel salice
piange la primavera,
le rose aulenti
sono secche e cadenti.

Ora cade la neve
in fiocchi verginali
e rami e fili d’erba
han merletti di brina
e sussurra il torrente,
che va a morir nel lago
tra le sponde imbiancate.
In un chiaro lucore,
sembra che tutto dorma,
che non ci sia più vita.
Poi, ecco, le campane
suonano tutte in coro,
ora è la mezzanotte,
il Natale del Cristo,
il ricordo glorioso
di quel tempo lontano,
di quell’ora settima
della notte romana,
che ha segnato l’inizio
per tutti d’una vita
diversa sulla Terra.
Ora i fiori di brina
son schegge di diamanti
e un’aria nuova vibra,
mentre s’accende il ciocco,
ch’è simbolo del Dio,
che governa il destino,
bruciando lentamente
fino all’Epifania.


da Emilio Montorfano - (Milano)

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20090914

Betlemme...anche sul Lario

"Un tempo è venuto, altri sono passati
- ed i figli hanno seguito le orme dei padri -
ma la strada per Betlemme, è rimasta la stessa."
-(Jostein Gaarder - "Il viaggio di Elisabeth")-

fotografia: Felice de Paoli - (Como Piazza Duomo, Natale 2004)




Clessidra di sabbie senza tempo,
fulcro di luce, zenit e meridiana,
bussola eterna all’umano divenire:
alla culla di Betlemme nuovamente
sostiamo inginocchiati, in silenzio.

Oggi - come allora - l’annuncio risuona.

Assorti, tra le mani giunte e stanche
stringiamo ricordi di anni, di volti, d’affetti:
l’amore ricevuto permane alle radici del cuore
e perpetuamente rinasce, sboccia, risplende
nella speranza dell’evocata attesa.

La cometa si sofferma - più forte riluce.

Il dono sempre vivo, eterno si rinnova:
brilla in calore ed in luce interiore, vibra
si diffonde e s’espande, si fa intensa gioia.
Accolto in fasce, tenerezza ed amore,
qui come a Betlemme, oggi E’ NATALE.

Il cammino di vita, ricomincia da qui.


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© Luciana
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